Storia e tradizione
Danza del Drago
Nel Panteon cinese, tra animali mitologici, saggi immortali e divinità animiche, il Drago e’ l’animale piu’ sacro ed era l’emblema stesso dell’Imperatore, emanazione divina e simbolo di forza e benevolenza; la sua leggenda nasce 5ooo anni fa, insieme alla cultura stessa del popolo cinese.
La Danza del Drago e’ già molto popolare nella Dinastia Sung (960-1279 A.C.) e si e’ mantenuta viva fino ad oggi. La maschera ed il corpo del Drago possono essere di vari colori: dorato, verde, rosso fiammeggiante o di colori differenti.
La Danza può essere eseguita sia di giorno che di notte ed il corteo di danzatori che la esegue è paragonato all’onda del mare, fedele e naturale rappresentazione di un Drago celeste.
Rappresentata in occasione dell’anno nuovo, così come nell’antica Cina, questo animale era considerato benevolo e provvidenziale, simbolo di lunga vita, fortuna e portatore di pioggie, vitali per le terre e i raccolti futuri.
Non è a caso che per tale capacità propiziatoria si sia legato al mondo del Kung Fu, anche perché le sue movenze sono difficili e richiedono una notevole preparazione fisica.
Il Drago e’ portato da 9 atleti ed è lungo circa 20 mt, anche se si costruiscono draghi molto più lunghi in occasioni particolari, portati da 20 e più persone.
Durante la sua performance l’animale segue un leader che danza in testa al corteo, portando una lanterna o una perla (rappresenta la Luna, la saggezza, la fortuna) in cima ad un bastone, con la quale guida le movenze del Drago e ne gestisce i ritmi insieme alla banda dei tamburi, piatti, gong. La coreografia è spesso arricchita dalla danza del Leone e si compone oltre che del ritmo del tamburo anche di elementi pirotecnici e fumi colorati.
Le storie mitologiche si perdono nella notte dei tempi, ma è durante le Dinastie Wei e Jin (220-420 D.C.) che gli scrittori, influenzati dalle idee degli alchimisti e delle superstizioni Taoiste e Buddiste, si cimentarono nel narrare storie su divinità e fantasmi. Nel periodo successivo, sotto le Dinastie del Nord e del Sud ed in seguito durante la dinastia Tang, molti narratori conosciuti e poeti si cimentarono nella scrittura di vere e proprie storie che riflettevano i vari aspetti della natura umana e della vita quotidiana.
Queste storie, nella loro struttura, non sono brevi appunti o aneddoti come le fiabe prodotte nelle epoche precedenti, ma racconti ben strutturati con personaggi distinti ed intensi, complotti interessanti, divinità, fantasmi, spiriti di animali e loro incarnazione, spiriti sapienti, mostri mitologici.
Le opere letterarie di stampo mitologico tipiche della Dinastia Song, influenzano la narrativa dell’epoca Tang, anche se a non raggiungono mai quei livelli. Uno dei romanzi nel campo della narrativa, che merita di essere menzionato, e’ la raccolta Taiping Guangji che risale al 976-983 D.C., una raccolta di circa 7.000 storie, selezionate in circa 300 libri, molti dei quali sono andati persi e pubblicata prima e durante gli anni della Dinastia Song. La maggior parte di queste 7.000 storie parlano di divinita’ maschili e femminili, fate e fantasmi. In epoca Song si ritrovano con il nome di “appunti per narratori”.
Durante le Dinastie Yuan, Ming e Qing che proseguono l’ormai conosciuta arte della narrativa, esistono novelle in dialetto come Il Romanzo dei Tre Regni, I Margini dell’acqua, Pellegrinaggio a ovest, Gli Studiosi e Il Sogno del Palazzo Rosso.
Nei primi periodi della Dinastia Qing, appare un’antologia di storie mitologiche scritte in stile classico di Pu Songling che per parecchio tempo fu un libro popolare, celebrato ed apprezzato.
Dopo Pu Songling, Ji Yun, che primeggia nella raccolta Siku Quanshu, scrisse un libro che raccoglie aneddoti, racconti e fiabe su divinità dei boschi, volpi e fantasmi.
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Nella cultura cinese il Drago è l’animale più sacro, considerato amichevole e provvidenziale, simbolo di lunga vita, fortuna e portatore di piogge ed assunto come emblema dell’Imperatore; simbolo di forza e benevolenza. La Danza del Drago e’ una tradizione ancora viva e molto popolare, affermatasi nel folklore cinese durante la Dinastia Sung (960-1279 A.C.).
La maschera ed il corpo del Drago possono essere di vari colori: dorato, verde, rosso fiammeggiante o di colori differenti, anche la lunghezza è variabile (ci sono infatti Draghi portati da 20 e piu` persone). La Danza viene eseguita sia di giorno che di notte (Loung Ye è il drago fosforescente che si usa di notte) ed il corteo di danzatori che la esegue è paragonato all’onda del mare, fedele e naturale rappresentazione di un drago celeste.
Le performance del drago vengono eseguite in occasione dell’anno nuovo, come rito propiziatore. La sua danza è guidata dalla perla (che rappresenta la Luna, la saggezza, l’energia dell’universo), portata da un atleta su di un lungo bastone, con il quale guida la danza stessa e da la direzione al drago, il quale eseguendo volute, onde, incastri e sovrapposizioni spesso complicate e che necessitano di un addestramento costante, tenta di raggiungere la sfera per divorarla.
Un sottofondo musicale di Tamburi, piatti e gong suonando aritmicamente, seguono i movimenti del Drago.
Molte scuole di Kung-Fu affiancano al loro percorso formativo lo studio della danza del Drago che viene rappresentata durante feste, manifestazioni ed eventi legati alla cultura cinese.
Si forma così un gruppo di atleti che portano il Drago, guidati dal leader che attraverso complicati movimenti, animerà questa fantastica creatura, nel suo tentativo di raggiungerela Luna.
La Danza del Drago e’ difficile e necessita di affiatamento, collaborazione e allenamento.
I movimenti ondeggianti del suo corpo infatti, controllati attraverso bastoni sulla cui cima si trova un archetto fissato sotto il mantello che rappresenta il corpo dell’animale, richiedono una notevole dose di coordinazione fisica e tecnica anche nell’uso del bastone affinchè il Drago, nelle sue movenze sembri un corpo solo.
Anche questa danza marziale richiede quindi impegno costante, perchè necessita di grande sincronia e lavoro di squadra durante l’esecuzione delle tecniche e dei movimenti.
Pulao viene sempre raffigurato sulle campane e sui gong;
Qiuniu, ama la musica di tutti i generi;
Bixi (appassionato di letteratura) viene raffigurato in cima alle steli e sulle mensole, mentreBaxia alla base delle stesse, in quanto capace di sopportare grandi pesi.
A volte si trovano sculture di tartarughe che portano sul dorso delle pesanti stele commemorative, alle teste vengono conferiti i lineamenti del drago Baxia;
Chaofeng appare alle estremità scolpite delle travi dei tempi per la sua inclinazione al pericolo;
Chiwen orna le balaustre dei ponti, avendo una spiccata passione per l’acqua;
Suanmi è scolpito sul trono di Buddha per la sua propensione al riposo;
Yazi è raffigurato sull`elsa delle spade;
Bi’an in fine, si allunga sull`architrave e sulle porte delle prigioni.
lungi dall`essere una creatura inquietante e apocalittica, il drago in Cina ha sempre suscitato la simpatia di tutti e, al tempo della dinastia Mancese, ognuno fremeva per poter essere ammesso nell`ordine del Doppio Drago, e portare sul petto una medaglia su cui erano raffigurate due di queste creature benefiche. Il drago, essendo di buon augurio, poteva portare soltanto felicità, ricchezza e prosperità. Si capisce perciò l`enorme e duraturo successo di questo tema che si mantiene vivo da più di trenta secoli. Molti cinesi continuano a battezzare i propri figli con il nome “Long”, drago, e ai candidati che hanno superato brillantemente esami e concorsi, nonché agli accademici viene a loro volta conferito il titolo di “drago”.