Storia e tradizione
Danza del Leone
La danza del leone è una danza rituale usata in tutto l’Oriente in diverse occasioni della vita sociale per propiziare buoni auspici e fortuna.
In Cina, in occasione del capodanno migliaia di leoni e draghi danzano per le strade, parchi, ristoranti, alberghi e musei come segno di buon augurio e di saluto per un nuovo anno ricco e fortunato, coinvolgendo bambini e adulti che significativamente traggono energia positiva e armonia nel toccare e giocare con i mitici Leoni e Draghi.
Affonda le sue radici nella più antica cultura orientale; la leggenda identifica il Leone originariamente come animale salvatore di villaggi infestati da mostri e di grandi disgrazie, poi come sinonimo di abbondanza, benessere, fortuna e prosperità, tanto da innalzarlo, insieme al Drago, come animale simbolo della Cina.
Mou Si in cantonese
Wu Shi Zi in mandarino
Si divide in danza del nord e danza del sud, quest’ultima è più legata al mondo marziale. Conosciuta anche come Nan Si (leone del sud) o Xing Si (leone che esprime potenza). La nascità della danza appartiene al periodo storico più antico, durante le invasioni delle popolazioni barbare, assieme al concetto concetto di Xing Si, appellativo guadagnato dai cinesi che si battevano in maniera molto valorosa. Molte le storie o le leggende sviluppate intorno all’origine della danza del leone, spesso legate all’esigenza rurale di propiziazione dei raccolti o alla necessità di esorcizzare carestie, malattie e ancora per richiamare l’attenzione delle entità soprannaturali per riceverne favori e fortuna. Cerchiamo di trattare le varie leggende e gli accadimenti storici in forma semplice, distaccando i vari rami del mito del Leone, per tentare una elaborazione agile, quanto significativa:
– Si racconta che nella notte dei tempi durante una carestia, un morbo pestilenziale provocò il decesso di migliaia di individui; durante la pestilenza apparve un animale gigantesco, con un corno in cima alla testa che scuoteva la terra con il suo passo pesante. Il suo passaggio rumoroso annientava il male egli influssi negativi, riportando vita e salute. I cinesi capirono che il “mostro benevolo” apparso in concomitanza con l’inizio del nuovo anno, fosse inviato dagli Dei, ecco perché la danza del leone è da sempre considerato un simbolo di buon auspicio e di buona fortuna, non solo durante i festeggiamenti del capodanno.
– Tra le più popolari c’e’ quella attribuita alla carestia che per molti secoli ha afflitto il territorio cinese. Si racconta infatti che una notte l’Imperatore sognò una strana creatura con il potere di portare fortuna e scacciare il male dalla terra, fu così che la mattina dopo ordinò ai suoi servitori di costruire una copia della creatura che lui stesso aveva sognato e di farla girare il paese. Fu così che tornò la prosperità.
– Un`antica leggenda cinese narra che nella città di Canton, l`ultimo giorno dell`anno, compariva un mostro che divorava la verdura dei contadini ed alle volte attaccava persino uomini ed animali. Pensando si trattasse di una divinità, gli abitanti costruirono una maschera simile alla testa del mostro e danzarono per tributargli onori ed auguri, ma questi, al contrario, si impaurì e non tornò mai più. Da allora ogni fine anno viene celebrata la danza come auspicio per un buon anno.
– Un’altra storia racconta che anticamente alcuni villaggi cinesi sotto la costante minaccia dei banditi locali, camuffati da spiriti demoniaci, spaventavano gli abitanti del posto costringendoli alla fuga, allo scopo di saccheggiare le abitazioni. Gli abitanti di queste zone crearono draghi e leoni, fatti di bamboo, legno e stoffe per spaventare questi “temibili” spiriti, con frastuoni di tamburi, gong ed altri oggetti.
– I leoni non sono nativi della Cina, si pensa essi giunsero come racconto o leggenda attraverso la famosa Via della Seta. La danza del leone viene datata in corrispondenza della Dinastia Han (205-220 D.C.) e durante il culmine della Dinastia Tang (716-907 D.C.). Veniva particolarmente eseguita durante le festività religiose. Durante le successive dinastie gli imperatori predecessori nominarono queste maschere Pak Hai Soi Si ( Soi vuol dire buona fortuna, o anche lunga vita, si leone) e da quel momento tutte le maschere delle danze folcloristiche ebbero forma di leone. Durante la dinastia Sung il nome venne abbreviato in Pak si.
– Periodo Ch’ing in Cina, fine del 1600 d.C., durante la destabilizzazione della dinastia Ming, ad opera dei Ching e l’instaurazione della nuova dinastia. Si formarono, tra i cittadini, aggregazioni segrete, capeggiate da maestri di Kung Fu. Nel tentativo di riportare il potere ai Ming le “sette segrete” si organizzarono, nel sud della Cina, in vari modi per riunirsi. Durante questo periodo la danza venne strutturata per propagandare la rivolta attraverso l’allegorica danza; è così che la pratica della danza del leone del sud divenne parte integrante del Kung fu, così come viene rappresentata ai giorni nostri.
Sia per la leggenda, che per motivi storici, la Danza del Leone divenne sempre più radicata nella cultura folkolristica del popolo cinese ed inserita come cerimoniale nelle feste a corte, e lungo le strade.
Tecnicamente sono richiesti due atleti:
– uno gestisce la parte superiore del corpo, controllando le zampe anteriori, il movimento della testa, degli occhi e della bocca;
– l’altro ha una visuale piuttosto ridotta, si occupa del corpo e della coda ed è agganciato al primo, controlla i movimenti delle zampe posteriori e del bacino e deve essere abile nel mimare con le movenze del corpo, gli atteggiamenti eseguiti dalla testa.
La danza e’ accompagnata da un sottofondo musicale che prevede un Tamburo, due Piatti ed il Gong. Il Tamburo e’ molto importante in tutta la rappresentazione perche’ scandisce il ritmo ed impone I movimenti che il leone dovra’ eseguire. Chi suona i Piatti si dispone di fianco al tamburo con il viso rivolto verso il musicista che mantiene il suo sguardo attentamente sul leone.
Tamburo, telaio in legno con pelle di bovino bagnata, che si tende con l’asciugatura, acquistando il caratteristico suono che rievoca lo stesso ruolo antico degli ordini dati alle truppe sul campo di battaglia. Il suono emesso dal tamburo corrisponde al ritmo cardiaco dell’animale ed è sempre accompagnato da un gong in ottone e da diversi piatti.
Un rito particolare ed importante è il Battesimo.
Un leone può danzare solo dopo esser stato sottoposto al rito del “risveglio”. Il rituale è eseguito dal Maestro, il quale offre al leone una parte della sua personalità e della sua forza, disegnando sulla sua fronte ideogrammi particolari, segnando le orecchie, le lingua e gli occhi con un pennellino e colore rosso. Il leone danzante si sveglia al suono del tamburo, saluta la bandiera della scuola,si distende, si pulisce, osserva, per poi iniziare la sua prima danza davanti al Maestro.
Spesso il leone è guidato da un acrobata oppure o dal domatore con in mano un fiore di seta o un ventaglio con il quale guida il Leone nella sua danza e lo sbeffeggia aumentandone lo stato d’eccitazione; per alcuni il Buddha impersona il domatore del Leone.
La Danza tradizionale inizia con il Leone addormentato che si risveglia trovandosi di fronte ad una moltitudine di persone. Dopo la sorpresa iniziale e lo stupore, si inchina e comincia a danzare cercando il suo cibo (generalmente verdura); osserva gli ostacoli, analizza il percorso e muovendosi in modo circospetto e con vari tentativi, decide di raggiungere il suo pasto anche se in posizione difficile. Di solito le verdure sono poste in un luogo alto (magari un palo) affinchè la persona che controlla la parte posteriore del Leone sia costretta ad alzarsi in piedi sollevando il suo compagno nella parte superiore.
La scena del Leone che sputa il suo cibo porta fortuna ed e’ seguita, subito dopo, da fuochi d’arificio, a questo punto il Leone gioca con il pubblico, si inchina per salutare e presenta i suoi danzatori lasciando le scene.
Il leone mangia l’insalata, Chai ch’in, perché questa è considerata preziosa (il carattere cinese per insalata: ch’in ha la pronuncia molto simile del carattere denaro: ch’ain); viene offerta al leone mettendola fuori della porta di casa; spesso si offre denaro, specie quando il leone entra con la sua danza all’interno delle abitazioni e dei negozi. Poiché il leone è simbolo di fortuna e prosperità, con questa offerta si cerca di attirare la buona sorte.
Le caratteristiche tecniche della danza del Leone sono complicate per l’assetto atletico richiesto, sia a terra che sui pali (danza acrobatica) e molteplici, in quanto bisogna rappresentare le espressioni, ovvero gli stati d’animo, del leone, che sono:
- Leone contento, che apprezza;
- Arrabbiato;
- Impaurito;
- Felice;
- Ubriaco, stordito;
- Addormentato, sonnambulo;
- Sospettoso, incuriosito;
- Fiero e possente.
Queste sono le otto espressioni o stati d’animo fondamentali che devono essere sempre mostrati durante una danza eseguita in modo tradizionale.
Poi c’è il movimento fisico del leone. La posizione principale delle gambe è il Ma Bo. Inoltre, le due persone che danno vita al leone devono avere una posizione bassa strutturata in modo da non avere gobbe sul dorso, inoltre è fondamentale che l’espressione sia collegata con il movimento fisico: il leone deve guardare, prima fermo, poi si avvicina per annusare, si abbassa, corre, si alza, fa la capriola, mangia, muove la bocca quando lecca, il tutto perfettamente sincronizzato. Il movimento deve esprimere fa jing. Durante l’esecuzione della danza, le movenze del leone devono rispettare alcune fasi caratteristiche:
- Dopo aver visto mi spavento come quando un animale vede il fuoco e si ritira spaventato;
- Quando vedo il legno lo mordo – ovvero, si pulisce i denti;
- Girare il palo (se incontra una colonna ci gira intorno – quest’azione è molto importante);
- Giocare con l’acqua – ovvero, vede la sua immagine riflessa e vuole giocare;
- Mangiare l’insalata;
- Cercare di fare qualcosa davanti ad un ostacolo ovvero l’approccio cauto con una cosa che si ritrova davanti. E’ da mangiare? Da bere? E’ pericoloso?
Le posizioni tipiche della danza del leone sono:
- Ma Bo
- Gung Bo
- Wei Ma
- Lau Ma
- Tiu Ma
Il leone esprime forza e potenza ma dentro di se deve essere attento, non temerario: è piuttosto guardingo, ma è comunque curioso e quindi deve provare, conoscere, toccare. La cosa più difficile, ma più importante è immedesimarsi con l’animale.
La danza del leone deve raccontare una storia, seguendo una sorta di sceneggiatura, che va dal risveglio al saluto, alla sorpresa per le cose e gli oggetti che sono intorno, alla paura, alla voglia di avvicinarsi, ecc. Diversamente dai tempi antichi, durante le danze odierne non si deve vedere il viso di chi indossa la maschera, se non alla fine, quando c’è il saluto finale.
A seconda del colore, un leone appartiene ad un personaggio leggendario; in particolare, parliamo di:
- Kwan Kun mitico generale, usa il rosso;
- Zhan Fei, considerato il fratello minore di Kwan Kun era una valente guerriero estremamente irascibile: usa il giallo;
- Lau Bei considerato il fratello maggiore di Kwan Kun e tradizionalmente indicato come molto intelligente, era un maestro calligrafo: usa tutti gli altri colori.
Le varie scuole usano un colore piuttosto che l’altro in base a determinate caratteristiche tipiche della scuola o del maestro o anche in relazione al programma di studio (per esempio, Lau Bei era usato dai medici); è sicuramente vero che il colore indica il “carattere del Leone”, ma non con una relazione semplicistica tipo:
il rosso indica il leone arrabbiato, il verde il leone buono ecc.
Anche la forma della bocca, del corno, delle orecchie e degli occhi condizionano il leone, dalle sue fattezze si desume la provenienza:
– Fat San con la bocca curva, dotato di un corno appuntito e di una lunga coda
– Hok San con la bocca diritta, il corno ricurvo e la coda corta.
– Fat-Hok è ibrido con la coda corta come per l’Hok San, ma bocca ricurva come il Fat San
Le scuole di Kung-Fu trasformano le antiche movenze eseguite al suolo o su piccoli ostacoli, portando le danze sui pali che possono raggiungere altezze di 3 metri, con uno sviluppo di circa 25 metri. Il leone, dopo aver eseguito il rituale del risveglio e del saluto, osserva con timore gli ostacoli, iniziando con diffidenza la salita con una serie di acrobazie difficili, rischiose, al limite del possibile, sfidando la forza di gravità.
Il tamburo dà ordini sonori precisi con colpi volte brevi e sordi , e a volte rapidi e potenti (a seconda dello stato d’animo dell’animale), mentre il gong e i piatti seguono i ritmi delle percussioni. Dopo aver superato vari ostacoli e difficoltà, il leone arriva alla fine del percorso (è il palo più alto), s’avvicina con attenzione all’insalata , la prende , la mangia, per poi gettare in aria i residui del suo pasto come segno d’abbondanza e prosperità; quindi si pulisce le zampe, si distende, rivelandosi meno timoroso e più sicuro di se. Intraprende il cammino del ritorno a terra, superando gli ostacoli con agilità, determinazione e forza.
Arrivato a terra gira intorno agli ostacoli e vicino al pubblico, quindi saluta a si siede.